Il fascino del manifesto dipinto.
Il manifesto francese del 1800
Le figure più importanti nella nascita del manifesto
moderno sono per ragioni parzialmente differenti, Jules
Chéret e Henri de Toulouse‐Lautrec.
Il primo, dedicando
tutta la sua opera alla produzione di affiches pubblicitarie,
sarà fondamentale per l’evoluzione tecnica del manifesto
moderno. Il secondo, con i suoi soggetti, la sua tecnica e i
suoi contatti con la cultura e la società parigina del secolo,
sarà fondamentale, invece, non solo nella formazione di
quel legame indissolubile tra arte e creazione pubblicitaria,
ma anche tra quest’ultima e la società che rappresenta.
L’evoluzione del manifesto artistico
Stili, Tecniche, Messaggi
tratto da...Corso di Storia dei Mercati dei Beni Artistici e Culturali
Prof. Piero Bolchini
Saggio di Alessandro Zilio
L’origine del manifesto pubblicitario moderno, inteso come
pannello rimovibile adibito alla reclamizzazione di un
prodotto, di una marca, ma anche di un evento o di
un'istituzione, mediante l’utilizzo di immagini e testo
gradevoli ed esteticamente attraenti, risale senza dubbio
alla seconda metà del XIX secolo. Le precedenti forme di
comunicazione pubblicitaria, indubbiamente, anticipano
alcune delle caratteristiche del manifesto moderno, ma solo
nel fermento artistico della Francia cosmopolita dell’800 si
fisseranno alcuni caratteri che caratterizzeranno il
cartellone pubblicitario e la comunicazione commerciale
fino ai giorni nostri. Questo breve saggio intende, dopo un
breve excursus sui media pubblicitari ante‐litteram,
analizzare l’evoluzione del manifesto pubblicitario,
confrontandola costantemente con la parallela evoluzione
della cultura, della società, della tecnica e della
committenza. A conclusione del lavoro si intende
dimostrare come, dai primi anni ’60 del secolo scorso, il
manifesto sia stato affiancato e, in molti casi, soppiantato,
da mezzi di comunicazione moderna. Si constaterà, in
particolare, come la grafica, protagonista delle prime
affiches ceda definitivamente il passo alla fotografia, ma si
concluderà dimostrando come, grazie a figure d’artista
complesse e complete come Armando Testa, il manifesto
abbia la possibilità di rivivere una nuova stimolante
giovinezza.Conclude il lavoro un’appendice dedicata ad una breve
analisi dell’evoluzione del manifesto nella strategia di
comunicazione della Campari, una delle prime aziende
italiane ad intuire le potenzialità della comunicazione
pubblicitaria e del manifesto in particolare, testimoniata
dall’eccezionale successo a livello internazionale.
Il novecento
Già a partire dagli ultimi anni dell‘ 800 la strada si trasforma
nel principale luogo d’elezione della pubblicità. Nascono
manifesti pubblicitari di grandi dimensioni, realizzati anche
abbandonando il tradizionale formato verticale per
privilegiare quello orizzontale, più facile da collocare, ben
visibile, in posizioni strategiche.
La tecnica, invece, registra la diffusione della stampa
offset, che rende più semplice e veloce stampare grosse
tirature di manifesti rispetto alla cromolitografia.
All’inizio del secolo, sotto il profilo delle tecniche di
comunicazione pubblicitaria, invece, si assiste, in Francia
alla diffusione dello slogan, frase memorabile, usata in un
contesto commerciale, come espressione facilmente
memorizzabile e associabile al prodotto.
L’affermazione
dello SLOGAN
in Italia approda solo attorno agli anni ’30,
è una diretta conseguenza dell’abbandono del testo in
funzione referenziale
e descrittiva nei manifesti pubblicitari.
Negli anni immediatamente successivi alla guerra,
il
manifesto conosce una stagione di grande fermento,
che
successivamente, tuttavia, sarà riconosciuto come il suo
canto del cigno.
Artisti di prima grandezza,
appartenenti a
diverse correnti artistiche come
Pablo Picasso,
Salvador
Dalí,
Henri Matisse
o lo statunitense Roy Lichtenstein
si
cimentano nella cartellonistica pubblicitaria,
mentre tra i
grafici spiccano
Saul Steinberg e Milton Glaser.
Tuttavia la
storia dell’affiche pubblicitaria,
intesa come immagine
artistica prodotta tramite procedimento grafico, appariva
ormai, alla sua naturale conclusione.
La diffusione della
pubblicità televisiva radiofonica e, recentemente, tramite
internet, nonché la pubblicazione di immagini fotografiche
Il manifesto come mezzo di comunicazione pubblicitaria,
naturalmente, non cessa di esistere, ma la realizzazione
grafica è nella maggior parte dei casi sostituita da immagini
fotografiche, le quali, pur conservando la raffinatezza e la
qualità dei primi manifesti stampati grazie al processo
litografico, meglio si adattano alla velocità della vita
moderna.
In questo panorama un’ultima figura, tutta italiana, riesce
ancora a distinguersi.
E’ Armando Testa
una figura completa
di artista e comunicatore pubblicitario, in grado di
sintetizzare, all’insegna dell’ironia, televisione, grafica e
fotografia. Dalla semplicità, ancora tutta pittorica del
manifesto
Punt e Mes,
che traduce letteralmente in
immagine il nome milanese del produttore dell’omonimo
vermouth, egli approda, attraverso numerose campagne
per le marche più importanti, alla neonata pubblicità
televisiva.
Sono gli anni di Carosello, anni in cui la pubblicità era
ancora uno spettacolo, e sugli schermi degli italiani
compaiono l’ippopotamo Pippo, testimonial dei pannolini
Lines e Carmencita, portavoce del caffè Lavazza,
accompagnata dall’inseparabile Caballero. Sarà un successo
sorprendente che farà dei due personaggi delle vere e
proprie star, mentre le due aziende entrano
prepotentemente nelle case di tutti gli italiani. Sono pupazzi
Pippo e Carmencita:
Pittore, grafico e pubblicitario italiano (Torino 1917‐1992)
prendere vita grazie alla televisione.
Sono figure
tridimensionali e per questo suggeriscono la scultura,
ma
grazie alla fotografia possono tornare a promuovere
il loro
prodotto dal foglio di un manifesto.
Con un termine
estremamente attuale potremmo già definirli personaggi
multimediali. Di certo lo è, senza tema di smentita
Carmencita. Caduta nell’oblio dopo la fine di Carosello, è
tornata a salutare gli italiani dalla televisione e a presidiare
l’ultimo baluardo della comunicazione che le mancava: le
pagine animate del suo sito web, estrema evoluzione
tecnologica del manifesto.
(tratto da: http://www.sevenandmore.com/wp-content/uploads/2009/08/Evoluzione-del-manifesto-artistico.pdf)
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