domenica 14 febbraio 2016

L’evoluzione del manifesto artistico. Stili, Tecniche, Messaggi

Il fascino del manifesto dipinto.




















Il manifesto francese del 1800 Le figure più importanti nella nascita del manifesto moderno sono per ragioni parzialmente differenti, Jules Chéret e Henri de Toulouse‐Lautrec. 

Il primo, dedicando tutta la sua opera alla produzione di affiches pubblicitarie, sarà fondamentale per l’evoluzione tecnica del manifesto moderno. Il secondo, con i suoi soggetti, la sua tecnica e i suoi contatti con la cultura e la società parigina del secolo, sarà fondamentale, invece, non solo nella formazione di quel legame indissolubile tra arte e creazione pubblicitaria, ma anche tra quest’ultima e la società che rappresenta.

















L’evoluzione del manifesto artistico 
Stili, Tecniche, Messaggi
tratto da...Corso di Storia dei Mercati dei Beni Artistici e Culturali Prof. Piero Bolchini
Saggio di Alessandro Zilio 
L’origine del manifesto pubblicitario moderno, inteso come pannello rimovibile adibito alla reclamizzazione di un prodotto, di una marca, ma anche di un evento o di un'istituzione, mediante l’utilizzo di immagini e testo gradevoli ed esteticamente    attraenti, risale senza dubbio alla seconda metà del XIX secolo. Le precedenti forme di comunicazione pubblicitaria, indubbiamente, anticipano alcune delle caratteristiche del manifesto moderno, ma solo nel fermento artistico della  Francia cosmopolita dell’800 si fisseranno alcuni caratteri che caratterizzeranno il cartellone pubblicitario e la comunicazione commerciale fino ai giorni nostri. Questo breve saggio intende, dopo un breve excursus sui media pubblicitari ante‐litteram, analizzare l’evoluzione del manifesto pubblicitario, confrontandola costantemente con la parallela evoluzione della cultura, della società, della tecnica e della committenza. A conclusione del lavoro si intende dimostrare come, dai primi anni ’60 del secolo scorso, il manifesto sia stato affiancato e, in molti casi, soppiantato, da mezzi di comunicazione moderna. Si constaterà, in particolare, come la grafica, protagonista delle prime affiches ceda definitivamente il passo alla fotografia, ma si concluderà dimostrando come, grazie a figure d’artista complesse e complete    come Armando Testa, il manifesto abbia la possibilità di rivivere una nuova stimolante giovinezza.Conclude il lavoro un’appendice dedicata ad una breve analisi dell’evoluzione del manifesto nella strategia di comunicazione della Campari, una delle prime aziende italiane ad intuire le potenzialità della comunicazione pubblicitaria e del manifesto in particolare, testimoniata dall’eccezionale successo a livello internazionale.
 di DEPERO.
Il novecento 

Già a partire dagli ultimi anni dell‘ 800 la strada si trasforma nel principale luogo d’elezione della pubblicità. Nascono manifesti pubblicitari di grandi dimensioni, realizzati anche abbandonando il tradizionale formato verticale per privilegiare quello orizzontale, più facile da collocare, ben visibile, in posizioni strategiche.   La tecnica, invece, registra la diffusione della stampa offset, che rende più semplice e veloce stampare grosse tirature di manifesti rispetto alla cromolitografia. All’inizio del secolo, sotto il profilo delle tecniche di comunicazione pubblicitaria, invece, si assiste, in Francia alla diffusione dello slogan, frase memorabile, usata in un contesto commerciale, come espressione facilmente memorizzabile e associabile al prodotto. 


L’affermazione dello SLOGAN

 in Italia approda solo attorno agli anni ’30, 
è una diretta conseguenza dell’abbandono del testo in funzione referenziale 
e descrittiva nei manifesti pubblicitari.

Il manifesto dal secondo dopoguerra ad oggi 

Negli anni immediatamente successivi alla guerra, 
il manifesto conosce una stagione di grande fermento, 
che successivamente, tuttavia, sarà riconosciuto come il suo canto del cigno.

 Artisti di prima grandezza, 
appartenenti a diverse correnti artistiche come 
Pablo Picasso, 
Salvador Dalí, 
Henri Matisse 
o lo statunitense Roy Lichtenstein 
si cimentano nella cartellonistica pubblicitaria, 
mentre tra i grafici spiccano 
Saul Steinberg e Milton Glaser. 

Tuttavia la storia dell’affiche pubblicitaria, 
intesa come immagine artistica prodotta tramite procedimento grafico, appariva ormai, alla sua naturale conclusione. 

La diffusione della pubblicità televisiva radiofonica e, recentemente, tramite internet, nonché la pubblicazione di immagini fotografiche 

                                                         
Il manifesto come mezzo di comunicazione pubblicitaria, naturalmente, non cessa di esistere, ma la realizzazione grafica è nella maggior parte dei casi sostituita da immagini fotografiche, le quali, pur conservando la raffinatezza e la qualità dei primi manifesti stampati grazie al processo litografico, meglio si adattano alla velocità della vita moderna. 

In questo panorama un’ultima figura, tutta italiana, riesce ancora a distinguersi. 
E’ Armando Testa
una figura completa di artista e comunicatore pubblicitario,  in grado di sintetizzare, all’insegna dell’ironia, televisione, grafica e fotografia. Dalla semplicità, ancora tutta pittorica del manifesto 

Punt e Mes, 

che traduce letteralmente in immagine il nome milanese del produttore dell’omonimo vermouth, egli approda, attraverso numerose campagne per le marche più importanti, alla neonata pubblicità televisiva.   Sono gli anni di Carosello, anni in cui la pubblicità era ancora uno spettacolo, e sugli schermi degli italiani compaiono l’ippopotamo Pippo, testimonial dei pannolini Lines e Carmencita, portavoce del caffè Lavazza, accompagnata dall’inseparabile Caballero. Sarà un successo sorprendente che farà dei due personaggi delle vere e proprie star, mentre le due aziende entrano prepotentemente nelle case di tutti gli italiani.   Sono pupazzi 

Pippo e Carmencita:

Pittore, grafico e pubblicitario italiano (Torino 1917‐1992) 
prendere vita grazie alla televisione. 
Sono figure tridimensionali e per questo suggeriscono la scultura, 
ma grazie alla fotografia possono tornare a promuovere 
il loro prodotto dal foglio di un manifesto. 

Con un termine estremamente attuale potremmo già definirli personaggi multimediali. Di certo lo è, senza tema di smentita Carmencita. Caduta nell’oblio dopo la fine di Carosello, è tornata a salutare gli italiani dalla televisione e a presidiare l’ultimo baluardo della comunicazione che le mancava: le pagine animate del suo sito web, estrema evoluzione tecnologica del manifesto.  

                             (tratto da: http://www.sevenandmore.com/wp-content/uploads/2009/08/Evoluzione-del-manifesto-artistico.pdf)

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